Abbiamo provato il visore VR con la risoluzione dell'occhio umano. E ci ha lasciati a bocca aperta
La base è un Oculus Rift, ma quando si indossa il visore realizzato da Varjo ci si accorge subito che c’è qualcosa di diverso, sorprendente. Al centro della scena, infatti, c’è una porzione di immagine ad elevatissima risoluzione, sembra quasi una fotografica. Varjo, partner di NVIDIA per il VR, ci ha raccontato qui a Monaco nel corso della GPU Tech Conference che è molto vicina alla realizzazione del primo visore con risoluzione pari all’occhio umano e da quanto abbiamo potuto vedere non sta affatto esagerando.
Il principio di funzionamento è semplice: la base come abbiamo detto è un Rift, e dentro al visore ci sono gli stessi display del prodotto Oculus. Nella parte alta, però, Varjo ha fatto una piccola aggiunta: raffreddati da due dissipatori sono stati installati dei proiettori che con una serie di specchi proiettano sulla retina a bassa potenza una immagine super definita. Il proiettori sono Full HD, ma l’area di proiezione è talmente piccola che la densità dei pixel rende assolutamente impercettibile la griglia. La foto qui sotto mostra la zona ad alta definizione, decisamente più nitida e definita del resto dell’immagine gestita dal display dell'Oculus.
Qualcuno potrebbe dire: “Eh, ma è solo un quadratino” e non avrebbe tutti i torti perché un quadrato è e resterà: Varjo ci ha spiegato che probabilmente diventerà leggermente più grosso e con proiettori Ultra HD, ma che grazie all’implementazione dell’Eye Tracking, ovvero il tracciamento del movimento pupillare, la parte ad altissima risoluzione sarà sempre quella dove l’occhio dell’utilizzatore cade. Oltre a non esistere uno schermo così definito, non c’è neppure la potenza di calcolo per gestire una immagine così definita. Varjo ha trovato così questa soluzione che funziona: rendere hi-res solo quello che uno guarda e lasciare la zona periferica con la risoluzione dei visori attuali.
Le immagini non riescono a trasmettere quello che si vede effettivamente nel visore, ma possiamo dire una cosa: dentro l’ambiente virtuale realizzato per la demo c’era un cartello con le lettere simile a quelli usati per le visite specialistiche. E siamo riusciti a leggere la riga dei 10/10. Sbalorditivo.
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